Definizione, Embriogenesi e Istologia
Le membrane pupillari persistenti (PPM) sono residui embrionali di origine neurocrestale. Durante la vita fetale, queste membrane nutrono la lente in via di sviluppo, ma questa funzione si perde con la produzione dell’umore acqueo. Normalmente, le membrane pupillari vanno incontro ad atrofia poche settimane dopo la nascita. La mancata involuzione di questi vasi embrionali è responsabile di eventi patologici.
Le PPM sono classificate come neurocristopatie, derivanti da un’anomalia nello sviluppo della cresta neurale (NC) e dei suoi derivati. In particolare, le PPM sono causate dalla mancata involuzione dei vasi della tunica vasculosa lentis anteriore.
Istologicamente, le PPM sono composte da tessuto connettivo, cellule pigmentate e leucociti. L’adesione corneale delle PPM può portare all’assenza focale dell’endotelio, a difetti nella membrana di Descemet e alla fibrosi stromale. L’inserimento delle PPM sulla lente può causare cataratta subcapsulare associata a proliferazione epiteliale.
Classificazione e Manifestazioni Cliniche
L’incidenza delle PPM è bassa, stimata intorno allo 0,7% nei Beagle tra le 16 e le 24 settimane di età. Le PPM possono presentarsi in diverse forme:
- Tipo I: presenti sull’iride o in contatto con il tessuto irideo.
- Tipo II: aderenze irido-lenticolari.
- Sottotipo II: accumuli di melanociti stromali localizzati sulla capsula anteriore della lente, noti come “tracce di pollo”.
- Tipo III: membrane che si attaccano alla cornea, spesso associate alla sindrome di Axenfeld-Rieger nell’uomo.
Le manifestazioni cliniche delle PPM variano a seconda del tipo e del grado di coinvolgimento dei tessuti oculari. I sintomi possono includere:
- Presenza di residui pigmentati o fibrotici sulla capsula anteriore della lente.
- Membrane sull’iride, a forma di Y o V con apice nella collaretta iridea.
- Membrane iridee che si estendono da un lato della collaretta all’altro, fluttuando liberamente nella porzione centrale.
- Lamine multiple che convergono in posizione assiale, creando un aspetto a “ragnatela”.
- Membrane pupillari displastiche (DPM) che aderiscono alla lente, causando cataratta.
- DPM che aderiscono alla cornea, provocando metaplasia fibrosa dell’endotelio e leucoma aderente.
- Fibroplasia endoteliale, che può presentarsi anche in assenza di membrane pupillari visibili.
Razze Predisposte e Diagnosi
Le razze canine predisposte alle PPM includono:
- Basenji
- Chow Chow
- Petit Basset Griffon Vendéen
- English Cocker Spaniel
- Bolognese
- Piccolo Levriero Italiano
Nelle razze feline, le razze a rischio sono:
- Bengala
- Birmano
- Persiano
La diagnosi delle PPM si basa sull’esame oftalmologico completo, inclusi l’esame con lampada a fessura e l’oftalmoscopia indiretta. L’angiografia con fluoresceina può essere utilizzata per valutare la presenza di circolazione all’interno delle PPM. L’ecobiomicroscopia (UBM) può essere utile per valutare il coinvolgimento della lente.
Terapia
L’intervento terapeutico è raramente necessario per le PPM che non causano deficit visivi. La terapia è indicata in presenza di DPM o lamine che ostruiscono la pupilla.
Le opzioni terapeutiche includono:
- Terapia medica: l’uso di agenti midriatici come atropina, ciclopentolato e fenilefrina può essere utile per dilatare la pupilla e ridurre l’adesione delle PPM.
- Terapia chirurgica:Iridoplastica/coreoplastica: rimozione chirurgica delle PPM.
- Laser Nd:YAG: utilizzato per recidere le PPM.
- Laser Argon e Nd:YAG sequenziale: combinazione di laser per la coagulazione dei vasi e la recisione delle PPM.
Consigli per l’Allevamento
Il manuale ECVO (European College of Veterinary Ophthalmologists) fornisce i seguenti consigli per l’allevamento:
- Non accoppiare animali con DPM irido-corneali, DPM irido-lenticolari o lamine.
- Non accoppiare animali con fibrosi corneale o pigmento lenticolare visibili ad occhio nudo.
- L’accoppiamento di animali con PPM localizzate sull’iride, PPM iridee o pigmento lenticolare o fibrosi corneale non visibili ad occhio nudo è facoltativo.
Conclusioni
Le PPM sono una condizione oculare congenita che può causare una varietà di manifestazioni cliniche. La diagnosi precoce e la gestione appropriata sono essenziali per prevenire la perdita della vista e migliorare la qualità della vita degli animali affetti. La selezione genetica può contribuire a ridurre l’incidenza di questa patologia nelle razze predisposte.
Articolo di Roberto Lombardi, pubblicato su Veterinaria, Anno 35, n° 2, Aprile 2021.